Ve lo confesso, mi è venuta l’idea di scrivere questo articolo vedendo una magnifica foto di pianta di Fico d’India scattata da una mia amica di ritorno da un viaggio in Sicilia. Mi ha riportato indietro nel tempo, quando da bambina andavo in vacanza in Puglia, dove giganteschi Fichi d’India ornavano per chilometri i muri a secco che delimitavano le strade sterrate della campagna.
C’era un metodo per non farsi infilzare le mani dai mille aculei sottilissimi dei frutti e delle foglie. Bisognava innanzitutto raccogliere i frutti maturi con dei guanti spessi e poi, una volta a casa, immergerli per giorni in una bacinella d’acqua, cambiando spesso l’ammollo in modo da portar via le spine. Non scendendo più in Puglia da tempo, e data la facilità di attecchimento di questa pianta, siamo così riusciti a far crescere nel punto più assolato del nostro giardino semi ombroso un pezzo di cuore e di ricordi.

Abituati a vedere questa pianta nelle terre assolate del Mediterraneo, non tutti sanno che essa è originaria del Messico, portata molto probabilmente in Europa dopo il ritorno di Colombo dalle Americhe.
Quelle che pensiamo siano delle foglie, larghe, succulente e decisamente spinose, in realtà sono le Pale dove nascono le vere e proprie foglie. Queste sono molto tenere, lunghe appena qualche centimetro prima della trasformazione in pale larghe e piatte.
Essendo una pianta che ben sopporta siccità e terreni aridi, essa rivela grande importanza nella coltivazione in paesi dove l’acqua scarseggia. I suoi frutti, fonte di vitamine e minerali, oltre ad essere consumati freschi possono essere utilizzati come base per liquori, succhi o addirittura ridotti in farina per biscotti.
In Messico ad esempio si produce il Mel de Tuna, uno sciroppo dolce ottenuto bollendo i frutti della pianta. Facendo solidificare questo sciroppo si ottiene il Queso de Tuna o pasta dolce. La Melcocha è invece una gelatina ottenuta dall’ebollizione delle pale, ricche in mucillagini. Ugualmente le Pale, spinate e tagliate per lungo, vengono servite grigliate nei mercati rionali e lungo le strade messicane.
La Sapa si ottiene filtrando il succo dei frutti spremuti e facendolo bollire per ore a fuoco lento, unendo alla fine delle scorzette di arancia e del finocchietto selvatico. E’ una salsa usata per accompagnare dolci tipici.
Il Liquore di Fico d’India è una tipica produzione siciliana. Gli ingredienti per produrlo sono:
- 6 Fichi d’India
- 1 lt di Alcool puro
- 600 gr di Zucchero
- 1 lt di Acqua
Macerate i frutti interi, con la buccia possibilmente spinata, nell’alcool per un mese circa, sistemandoli in un recipiente di vetro con coperchio da tenere al buio.
Dopo un mese circa filtrate il liquido ottenuto con una pezza di lino per eliminare ogni traccia di spina dal liquore.
Mettete il litro d’acqua a bollire sul fuoco insieme allo zucchero. Appena si raffredda un pochino aggiungete l’alcool aromatizzato, mescolate con cura e versate in bottiglie da tenere al buio per almeno 15 giorni.
Dopo di che il liquore è pronto!

Famosa nell’Isola di Ponza è la Parmigiana di Palette di Fico d’India. Si utilizzano le pale della pianta, ovviamente spinate, al posto delle melanzane, con un risultato gustosissimo. A questo piatto è stato attribuito il certificato PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale).
Dal punto di vista cosmetologico le Pale del Fico d’India sono da sempre state utilizzate come cicatrizzante naturale e antiemorragico. In più sono la base per un ottimo sapone lenitivo ed idratante.
Infine alcuni esempi di Ceramiche Artistiche di Caltagirone a tema. Molto pregiate e ricercate, queste opere artigianali riprendono i soggetti tipici della tradizione siciliana. Fantastiche da portare in tavola o come elementi di arredo per una casa al mare.

Un piatto tipico della tradizione di Caltagirone perfetto da utilizzare in una tavolata o in un buffet estivo.

Bellissimi vasi in ceramica da inserire sia come elemento di arredo in casa, sia come centrotavola per un allestimento d’effetto.